Basilica di Santa Croce a Lecce

Guida per le Vacanze nella città di Lecce

È l’elogio per eccellenza del barocco insieme all’ex Convento dei Celestini, oggi sede della Provincia. Si raggiunge facilmente da piazza Sant’Oronzo, passando per via dei Templari. Si resta senza parole per quanto sfarzo e ricchezza di dettagli sono presenti nella facciata: fiori, frutti, figure mitologiche, festoni, cornucopie, uomini che si alternano a figure zoomorfe. Più di 300 anni di lavori, tre architetti, centinaia di simboli, tre portali, una ricca balconata movimentata da 13 putti e il rosone con tre ghiere interne ne rendono magnifico l’aspetto.

Basilica di Santa Croce a LecceBasilica di Santa Croce a Lecce

La Basilica di Santa Croce, nel luogo e nell'aspetto che noi ammiriamo risale al 1548, ma la sua storia, insieme all'annesso Convento dei Padri Celestini è ben più articolata.
Due secoli prima, nel 1352, il conte di Lecce e duca d' Atene, Gualtieri IV di Brienne introdusse in città l'Ordine dei Celestini (che aveva preso il nome dal fondatore Papa Celestino V, al secolo Pietro da Morrone ) facendo accordare al vescovo Roberto de' Noha e dal Capitolo della Cattedrale un'area che includeva la chiesa della Santa Croce, che sorgeva in corrispondenza delle attuali mura a sud-ovest del Castello. Di questa Gualtieri volle mutare il nome dedicandola a “Santa Maria dell'Annunziata e San Leonardo Confessore”. Per tradizione la chiesa si continuò a chiamare Santa Croce, anche se era annoverata tra i beni dei Padri Celestini.

Questa chiesa fu demolita per volere del sovrano Carlo V, in quanto Lecce, ritenuta città strategica del Viceregno spagnolo, necessitava di una riorganizzazione urbana al fine di contrastare il pericolo delle invasioni. Si fortificarono e ampliarono il Castello e le mura della città, venendo pure incontro al crescente numero di insediamenti monastici e conventuali e all'incremento demografico.

Particolare della Basilica di Santa CroceParticolare della Basilica di Santa Croce

Così gli Spagnoli di Carlo V, dovendo ingrandire il Castello con bastioni, cortili e fossati, diedero ai Celestini un luogo sufficientemente ampio per costruire ex-novo chiesa e convento, in un tratto della nuova cinta bastionata. Sostennero l'Ordine per la nuova impresa con la cospicua somma annuale di oltre 200 ducati provenienti dagli introiti della Regia Dogana.
A dieci anni dalle disposizioni di Carlo V, nel 1548, iniziarono i lavori per la costruzione di chiesa e monastero, dando priorità a questo, in quanto i monaci necessitavano di locali per alloggiare.


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