Guida alla tua vacanza nel Salento

Mal di Salento

Salento, una malia che non perdona. Perché così ha voluto il Fato, così ha decretato la Storia. Una lingua di terra bagnata da due mari, non più Occidente e non ancora Oriente, non totalmente Europa ma ben distinta dall’Africa e, comunque, capace di sintetizzare un’identità antropologica e culturale che ha riempito di contenuti, personalizzandoli, un territorio pure esposto nei secoli a invasioni e dominazioni di ogni genere.

Costa di Torre Sant'Andrea
Caratteristiche della Costa di Torre Sant'Andrea (Marina di Melendugno)

Salento preistorico e megalitico, messapico e greco, romano e bizantino, normanno e svevo, aragonese e spagnolo, ma anche turchesco, francesizzante, borbonico, massone e carbonaro: un autentico caleidoscopio di tracce che emergono qui e là, disseminate nei millenni dai popoli sbarcati quaggiù, in quest’approdo inevitabile dove piacevole e proficuo è stato soffermarsi. E dove piacevole e proficuo è soffermarsi anche oggi per scoprire un po’ per volta, quasi centellinandole come un vino d’annata, le caratteristiche di una terra che si svela pian piano, un dettaglio alla volta, senza aggredire lo sguardo eppure rimanendo indelebilmente impressa.

Un caleidoscopio di razze, epoche e culture capaci di distillare tesori inestimabili come il Mosaico della Cattedrale di Otranto e Santa Croce a Lecce; la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina e l’Anfiteatro romano a Lecce. E l’elenco potrebbe continuare, lungo e variegato, e capace di dare vita a una serie di itinerari monotematici, ogni volta rivelatori di un Salento diverso e leggibile a vari livelli, a vari strati: ogni volta una sorpresa, un particolare curioso, una storia nascosta.

Un disvelarsi lento e quasi sacro. Un viaggio a ritroso che lascia intravedere, non scoprendoli mai del tutto, il piccolo borgo che il tempo non ha scalfito, gli ulivi incardinati nella terra rossa, le distese di viti che annunciano convivi memorabili, il mare cristallino che compensa un sole abbacinante, le chiese con i campanili che toccano l’azzurro e si fanno ponte con il cielo, le feste patronali e la poesia di una religiosità mai banale e di facciata. Ma poi anche concerti, serate letterarie, appuntamenti folkloristici, sfilate di moda..., e tutto ciò che contribuisce a rendere il Salento assolutamente irresistibile, come ben sa chi ha scelto di arrivare fin qui per trovare la propria dimensione.
Una dimensione unica, e non è modo di dire: perché la “vecchia” e cara Terra d’Otranto è un unicum pur nel cuore di una regione affascinante e variegata nel suo complesso, la Puglia. Qui, nell’estremo lembo d’Italia che guarda a Oriente e che saluta ogni giorno il primo sole d’Italia, bisogna scegliere di arrivarci, non si passa per caso. La ricompensa è grande: centri storici sbiancati dal sole e ville aristocratiche; paesaggi rurali miracolosamente preservati da un’inutile modernità e misteriose preesistenze archeologiche; spiagge candide battute dal vento e botteghe artigianali dove va in scena ogni giorno la secolare esperienza manuale che dà vita e forma all’umile carta, alla creta pastosa, al vigoroso legno d’ulivo, al ferro che si fa opera d’arte.
Qui, dove la natura vibra ogni giorno di mille colori diversi, mille profumi, mille espressioni vitali, ogni luogo e un inedito viaggio alla scoperta di sapori e tradizioni eno-gastronomiche capaci di solleticare e soddisfare i palati più esigenti, perché il ristoro ha la fragranza del pane cotto nei forni di pietra, la sacralità della pasta fatta in casa e impreziosita da un sugo di pomodoro degno di un re, l’esuberanza delle verdure maturate dal sole, la freschezza del pesce sbarcato poche ore prima dalle paranze, il vigore salutare dell’olio extravergine di oliva e dei vini locali. Una terra che non lascia indifferenti e che, anzi, difficilmente si lascia scordare, come ben sanno tutti coloro - tanti - che qui tornano ogni anno, stregati da una malìa che ha un solo nome: mal di Salento.



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