I fusi orari sono "spicchi" della superficie terrestre (ogni spicchio è formato da un meridiano e un parallelo), che hanno la stessa ora convenzionale, usate per scopi legali, economici e sociali. Precedentemente alla loro adozione nelle varie zone della Terra si usava l'ora solare locale (media o vera), che produceva un orario più o meno differente da luogo a luogo.
I fusi orari, unificando una fascia o una zona di un fuso orario, consentono di impostare gli orologi di una regione, o stato, sull'ora solare media del meridiano centrale del fuso in cui la zona ricade.
La maggior parte dei fusi si discostano dal Tempo Coordinato Universale (UTC) per un numero di ore intero (da UTC−12 a UTC+12), ma alcuni hanno uno scostamento di 30 o 45 minuti (come ad esempio il fuso orario di Terranova è UTC -03:30 e quello del Nepal UTC +05:45). Alcune delle nazioni del nord usano l'ora legale per parte dell'anno, solitamente cambiando l'orario di un'ora. Molti fusi orari terreni sono distorti verso ovest dei corrispondenti fusi orari nautici.
Caratteristiche ed Aggiustamenti
Considerando la Terra come sferica, e considerando che la rotazione terrestre si compie in 24 ore, dividendo i 360° della rotazione per 24 si può immaginare la superficie sferica divisa in 24 "spicchi" di 15° l'uno, che vengono quindi percorsi in un'ora ciascuno. A questi spicchi si dà il nome di fusi orari, e si assume per convenzione che in tutto il fuso ci sia l'ora del meridiano centrale a esso, quello che taglia il fuso esattamente a metà.
I fusi orari sono perciò centrati sui meridiani con longitudine multipla di 15°; i confini delle zone di fuso orario risultano però irregolari, in quanto seguono solitamente i confini degli stati.