Fondata intorno al 1080 dal vescovo normanno Guglielmo e dedicata all'Annunziata, fu eretta nella seconda metà del XII sec. e parzialmente rifatta dopo il 1481; ulteriori resturi moderni hanno ripristinato l'antico aspetto liberando il prospetto dalle soprastrutture barocche aggiunte nei secoli XVII-XVIII, e lasciando il rosone del '400 e il portale voluto nel 1674 dall'arcivescovo Adarzo di Santander.
L'interno è a pianta basilicale a tre ampie navate divise da 14 colonne di marmi diversi e con differenti capitelli, parte dei quali provenienti da preesistenti costruzioni. Le due fila di colonne reggono arcate a tutto sesto, mentre l'ampio transetto è tripartito da due ampi archi ribassati che delimitano il presbitero. In origine la copertura della volta era a capriate; ora invece è visibile il soffitto ligneo dorato a cassettoni fatto mettere in opera dall'arcivescovo F. Maria De Aste nel 1693. Nel presbitero trova posto l'altare maggiore, con una Annunciazione in argento opera di orafi napoletani del '700, mentre nell'abside di destra si trova la Cappella dei Martiri, edificata per ordine di Ferdinando I di Aragona e ricostruita nel 1711. In essa si conservano le ossa di oltre 500 martiri idruntini (circa 240 corpi furono solennemente portati a Napoli da Alfonso di Aragona), e sotto l'altare è visibile dietro una grata la pietra usata per il martirio (HOC LAPIDE CIVES SUA GUTTURA TURCIS TRUNCANDA OB CHRISTI DEPOSUERE FIDEM). La cripta si estende sotto il transetto e le lapsidi, ed è accessibile da due scale poste nelle navate laterali. E' suddivisa in campate quadrangolari che formano cinque navate e tre absidi semicircolari, mentre 42 colonne e 23 semicolonne, di marmi diversi e con capitelli di svariata origine, bizantina e romanica per la maggior parte, reggono archi a pieno centro e volte a vela. Sulle pareti della cripta sono ancora visibili affreschi cinquecenteschi e tracce di decorazioni.