Religione

La parola religione deriva dal latino religio la cui etimologia può essere interpretata come "rileggere" le scritture sacre o anche come "legare" in riferimento al vincolo di rispetto che ciascun religioso ha nei confronti delle leggi sacre.

La religione è un insieme di credenze, atteggiamenti e riti che legano una persona a ciò che ritiene sacro o soprannaturale. E' un complesso di dogmi e precetti che ciascun credente rispetta per conquistare un posto nell'aldilà o per ottenere l'aiuto terreno della divinità. Fin dalla prima comparsa dell'uomo la religione è presente in tutte le società.

Etimologia

Il termine religione deriva dal latino relìgio, la cui etimologia non è del tutto chiarita.

Secondo Cicerone (106 a.C. - 43 a.C.), la parola originerebbe dal verbo relegere, ossia "ripercorrere" o "rileggere", intendendo una riconsiderazione diligente di ciò che riguarda il culto degli dèi.


Marco Tullio Cicerone (106 a.C. - 43 a.C.), fu il primo autore a proporre un significato etimologico, collegato all'attenzione verso ciò che riguardava gli dèi, e una definizione del termine religio (religione)

Per il filologo tedesco Michael von Albrecht, Lucrezio fece invece derivare religio dalla radice di re-ligare, nel significato «dei legami che uniscono gli uomini a certe pratiche» – derivazione che fu poi ritenuta tale anche da Lattanzio e Servio (però col significato di «legarsi nei confronti degli dei»).

Definizione

Definizione e nozione di religione nella cultura religiosa greca

Il termine che nella lingua greca moderna indica la "religione" è θρησκεία (thrēskeia). Tale termine è collegato a θρησκός (thrēskos; "pio", "timoroso di Dio"). Quindi anche se nella cultura religiosa greco-antica non esisteva un termine che riassumesse quello che noi intendiamo oggi per "religione", thrēskeia possedeva tuttavia un ruolo e un significato preciso: indicava la modalità formale con cui andava celebrato il culto a favore degli dèi. Scopo del culto religioso greco era infatti quello di mantenere la concordia con gli dèi: non celebrare il loro culto significava provocarne l'ira, da qui il "timore della divinità" (θρησκός) che lo stesso culto provocava in quanto connesso con la dimensione del sacro.

Definizione e nozione di religione nella cultura religiosa romana

La concezione romana di "religione" (religio) corrisponde alla cura nei confronti dell'esecuzione del rito a favore degli dèi, rito che, per tradizione, va ripetuto finché non risulti correttamente eseguito. In questo senso i romani collegavano al termine di "religione" un senso di timore nei confronti della sfera del sacro, sfera propria del rito e quindi della religione stessa.

In un ambito più aperto i romani accoglievano comunque tutti i riti che non contrastassero con il mos maiorum dei tradizionali riti religiosi, ovvero con il costume degli antenati. Quando nuovi riti, e quindi novae religiones, venivano a contrastare con il mos maiorum questi venivano proibiti: fu il caso, ad esempio e di volta in volta, delle religioni ebraica, cristiana, manichea e dei riti bacchanalia.

La prima definizione del termine "religione", ovvero del suo originario termine latino religio, la dobbiamo a Cicerone il quale nel De inventione così la esprime:

Religio est, quae superioris naturae, quam divinam vocant, curam caerimoniamque effert

Religio è tutto ciò che riguarda la cura e la venerazione rivolti ad un essere superiore la cui natura definiamo divina

Con l'epicureo Lucrezio (98 a.C. - 55 a.C.) si affaccia una prima critica alla nozione di religione intesa qui come un elemento che sottomette l'uomo per mezzo della paura e da cui il filosofo deve liberarsi:

Humana ante oculos foede cum vita iacere in terris oppressa gravi sub religione quae caput a caeli regionibus ostendebat horribili super aspectu mortalibus istans, primum Graius homo mortalis tollere contra est oculos ausus primusque obsistere contra

La vita umana giaceva sulla terra alla vista di tutti turpemente schiacciata dall'opprimente religione, che mostrava il capo dalle regioni celesti, con orribile faccia incombendo dall'alto sui mortali. Un uomo greco[18] per la prima volta osò levare contro di lei gli occhi mortali, e per primo resistere contro di lei.

primum quod magnis doceo de rebus et artis religionum animum nodis exsolvere pergo

prima di tutto in quanto grandi cose insegno, e tento di sciogliere l'animo dai nodi stretti della religione

Definizione e nozione di religione nell'Occidente cristiano

Le prime comunità cristiane non utilizzarono il termine religio per indicare le proprie credenze e pratiche religiose. Con il tempo, tuttavia, diffusamente a partire dal IV secolo, il Cristianesimo adottò tale termine nell'accezione indicata da Lattanzio, individuandone l'unicità in quanto la "religione" era l'unica via di salvezza per l'uomo.

Lattanzio (250-327), apologeta cristiano, criticò l'etimologia di "religione" proposta da Cicerone, ritenendo che questo termine dovesse essere riferito al "legame" tra l'uomo e la divinità
Lattanzio (250-327), apologeta cristiano, criticò l'etimologia di "religione" proposta da Cicerone, ritenendo che questo termine dovesse essere riferito al "legame" tra l'uomo e la divinità





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