Festa di San Francesco da Paola
"Otranto, città infelice, di quanti cadaveri vedo ricoperte le tue vie, di quanto sangue cristiano ti vedo inondata". Tali parole indirizzò, nel 1480, S. Francesco da Paterno (Calabria) al re Alfonso d'Aragona per avvertirlo di ciò che stava accadendo ad Otranto. Questa profezia, tuttavia, rimase tristemente inascoltata e i Martiri otrantini ne sono la testimonianza tangibile. Per tale ragione Otranto ha un debito di riconoscenza verso S. Francesco da Paola, espresso attraverso la sua elezione a compatrono della città.
Il 2 aprile è la solennità religiosa, ma la festa si celebra una domenica di maggio, in data che varia di anno in anno. Ad anni alterni, il triduo viene celebrato in Cattedrale e nella parrocchia dell'Immacolata, a conclusione del quale c'è il trasferimento del simulacro nella Chiesa di Santa Maria dei Martiri.
Nel giorno di domenica, poi, c'è la festa del santo con la processione che parte dal colle dei Martiri e giunge presso Porta Terra. Qui, riprendendo un antico rito che risale al 1600, il sindaco di Otranto consegna la chiave della città al santo, quella stessa chiave che il podestà dell'epoca consegnò all'arrivo della statua in legno, realizzata dalla scuola veneziana. Al rientro in Cattedrale, si celebra la Messa presieduta dall'Arcivescovo, con la partecipazione delle autorità. L'omelia è tenuta da uno dei sacerdoti ordinati nell'anno.
Per l'occasione, tutta la zona della "Minerva" prende vita grazie alle luminarie e alle bancarelle. La sera, poi, c'è lo spettacolo pirotecnico.